venerdì 15 febbraio 2013

Took the Stars



Ciao ragazzi e benvenuti nella mia nuova rubrica bisettimanale
Took the Stars!
Come sapete in questo blog manca un sistema di rating per le recensioni…questo perché in realtà  io non voglio recensire proprio un bel niente, semmai quello che mi interessa è consigliare (io dico raccontare) quei libri che ho letto e che per una ragione o per un’altra mi sono piaciuti. Perciò è molto improbabile che nei miei post leggiate che un libro mi ha fatto schifo, e questo per un sacco di motivi. Intanto se un libro mi fa schifo, solitamente lo scopro già in libreria, quando leggo a scrocco il primo capitolo, indi non lo compro. Poi, anche nella tanto disgraziata quanto improbabile  ipotesi che qualcuno mi regali un libro e questo non debba piacermi (impossibile ve lo assicuro), probabilmente non gli concedo nemmeno il tempo di finirlo, figurarsi il tempo per recensirlo. Poi c’è il problema della mia incapacità a dare voti, fare classifiche etc…i voti non so darli ai miei alunni, figurarsi ai miei libri, poveretti. E in fine, ma non per ultimo, proprio non mi piace l’idea di sconsigliare un libro, specialmente ai lettori più giovani. Mi piace che sperimentino da soli anche la lettura trash, persino un harmony se necessario (questo non significa che mi capiterà mai di consigliarlo ad anima viva).
Detto questo, ho scoperto però che vado tutta in sbrodolamenti quando qualche blogger recensisce un libro dandogli il massimo dei voti, un 5/5 che mi suona tipo un 10 e lode. A chi non piace un 10 e lode, suvvia! Sono convinta poi, che anche se i gusti sono gusti, un libro che si guadagna il 10 e lode di qualcuno, difficilmente da un altro si becca uno zero tagliato. Male che vada, si prende un cinque meno meno, che sarà mai…
Perciò mi è venuta l’idea di andare in giro per blog (blog amici dei miei blog amici e così via…) e farvi un riassunto dei Best of Rating ovvero quei libri che hanno sbancato, prendendosi il massimo delle stelline (da qui il titolo della rubrica). Questi sono i best di queste due settimane appena trascorse:

Took the Stars #1
                                                       
Titolo: STAY- Un amore fuori dal tempo
Autore:
Tamara Ireland Stone
Casa Editrice: Mondadori
                                                                           
                                                                          

Anna e Bennett non avrebbero mai potuto incontrarsi: lei vive nel 1995 a Chicago, lui nel 2012 a San Francisco. Ma Bennett si ritrova nel 1995 perché può viaggiare nel tempo, pur con il divieto di cambiare il corso degli eventi, per cercare sua sorella che si è perduta in una dimensione temporale sbagliata. Ma se un battito di farfalla può provocare un uragano all'altro capo del mondo, cosa potrà provocare un sentimento potente come l'amore che nasce con diciassette anni di anticipo? Anna e Bennett si perdono e si ritrovano incrociando i loro destini paralleli, ma dovranno trovare il modo di fermare la corsa dell'orologio che ticchetta nelle loro esistenze. Quanto sono pronti a perdere? Quali conseguenze saranno disposti a sopportare, alterando gli eventi che li circondano?


dalla La fenice book sono caduti su questo romanzo




                                                                   
Titolo: MULTIVERSUM
Autore:
Leonardo Patrignani
Casa Editrice: Mondadori
  

Alex vive a Milano. Jenny vive a Melbourne. Hanno sedici anni. Un filo sottile unisce da sempre le loro vite: un dialogo telepatico che permette loro di scambiarsi poche parole e che si verifica senza preavviso, in uno stato di incoscienza. Durante uno di questi attacchi i due ragazzi riescono a darsi un appuntamento. Alex scappa di casa, arriva a Melbourne, sul molo di Altona Beach, il luogo stabilito. Ma Jenny non c'è. I due ragazzi non riescono a trovarsi perché vivono in dimensioni parallele. Nella dimensione in cui vive Jenny, Alex è un altro ragazzo. Nella dimensione in cui vive Alex, Jenny è morta all'età di sei anni. Il Multiverso minaccia di implodere, scomparire. Ma Jenny e Alex devono incontrarsi, attraversare il labirinto delle infinite possibilità. Solo il loro amore può cambiare un destino che si è già avverato.


Titolo: SETTE MINUTI DOPO LA MEZZANOTTE
Autore:
Patrick Ness
Casa Editrice: Mondadori


 Il mostro si presenta sette minuti dopo la mezzanotte. Proprio come fanno i mostri. Ma non è il mostro che Connor si aspettava. Il ragazzo si aspettava l'orribile incubo, quello che viene a trovarlo ogni notte da quando sua madre ha iniziato le cure mediche. Connor si aspettava l'entità fatta di tenebre, di vortici, di urla... No. Questo mostro è un po' diverso. È un albero. Antico e selvaggio. Antico come una storia perduta. Selvaggio come una storia indomabile. E vuole da Connor la cosa più pericolosa di tutte. La verità.

I libri ci salvano  ha detto di questi due  romanzi



Titolo: SHADOWHUNTERS - Le Origini- Il Principe 
Autore: Cassandra Clare
Casa Editrice: Mondadori (collana Chrysalide)


In una Londra vittoriana fosca e inquietante, e nel suo magico mondo nascosto, Tessa Gray crede di avere finalmente trovato tranquillità e sicurezza con gli Shadowhunters, i cacciatori di demoni, che proteggono lei e il suo terribile potere dalle mire del perfido Mortmain. Ma con lui e il suo esercito di automi ancora in azione, il Consiglio vuole spodestare Charlotte Fairchild, per affidare il comando a Benedict Lightwood, uomo senza scrupoli e affamato di potere. Nella speranza di salvare Charlotte, Will, Jem e Tessa decidono di svelare i segreti del passato di Mortmain e scoprono sconvolgenti legami fra gli Shadowhunters e la chiave del mistero dell'identità di Tessa. La ragazza, intrappolata nei sentimenti che prova per Will e Jem, si trova a dover compiere una scelta cruciale quando scopre in che modo gli Shadowhunters abbiano contribuito a fare di lei "un mostro". Sconvolta, Tessa è tentata di schierarsi con il fratello Nate dalla parte di Mortmain. Ma a chi è davvero fedele? E chi ama, nel profondo del suo cuore? Soltanto lei può scegliere se salvare gli Shadowhunters di Londra oppure distruggerli per sempre


parole alate gli ha dato le sue brillantissime


Titolo: SHIVER-Una storia d'amore e di lupi
Autore: Maggie Stiefvater
Editore: BUR (Rizzoli)


Grace ha sedici anni e vive in una casa ai margini del bosco. Sam ha diciassette anni ed è un ragazzo durante la bella stagione, ma un lupo quando arriva il freddo. Grace ama gli occhi gialli di Sam e la sua dolcezza, Sam ama l’estate nello sguardo di Grace e la sua indipendenza. Insieme combattono per salvare l’amore che li lega


Giuls di Paper dreams below fingers gli ha dato cinque gustosi biscotti




Titolo: IO PRIMA DI TE
Autore: Jojo Moyes
Editore: Mondadori


Lou Clark sa tante cose. Sa quanti passi ci sono tra la fermata dell'autobus e casa. Sa che le piace lavorare nel negozio di tè The Buttered Bun e sa che probabilmente non è innamorata di Patrick, il suo fidanzato. Quello che non sa è che sta per perdere il suo lavoro e che le sue piccole certezze stanno per essere messe in discussione. Will Traynor sa che il suo incidente gli ha tolto il desiderio di vivere. Sa che adesso tutto sembra triste e inutile e sa esattamente come porre fine a questa sofferenza. Quello che non sa è che Lou sta per irrompere prepotentemente nella sua vita con tutta la sua energia e voglia di vivere. E nessuno dei due sa che sta per cambiare l'altro per sempre.

Ale di il profumo dei libri  si è così espressa





Sperando che tra questi libri, che i nostri amici blogger hanno così generosamente premiato, ce ne sia qualcuno che vi sconfinfera, vi auguro come sempre una buona lettura.

domenica 10 febbraio 2013

IL FIGLIO _ Lois Lowry


Il figlio che uscirà fra pochissimi giorni è un romanzo di Lois Lowry, ed è il quarto capitolo della serie (all’inizio si considerava una trilogia) distopica, che ha avuto inizio con  The Giver seguito  da Gathering Blue  e da
 Il Messaggero che la Giunti ci ha riprosto, nel 2010, (dopo dieci dalla prima uscita in italia di Il mondo di Jonas edito dalla Mondatori nella collana SuperJunior ) all’interno di Y, il suo nuovo contenitore editoriale pensato per andare incontro ai gusti dei giovani lettori.


Prima di darvi qualche anticipazione su Il Figlio, vorrei raccontarvi di come è andato il mio primo incontro con la Lowry. Ero in libreria (Giunti al punto) e The Giver era praticamente esposto dovunque, l’ho afferrato ma subito riposto, non avevo apprezzato tanto la copertina, e neppure il titolo mi aveva colpito molto, il libro insomma mi  era sembrato che avesse un tocco  un po’ troppo new age e davvero, davvero, non avevo voglia di new age in quel momento. Volevo qualcosa che mi desse una piccola scossa. Se non a me, almeno ai miei ragazzi del laboratorio di lettura creativa. Così avevo lasciato perdere, e mi ero diretta verso lo scaffale thriller/horror. Avevo preso in mano, mi ricordo bene, LASCIAMI ENTRARE di Lindqvist, mi era andato a genio e stavo per girarmi ed andare alla cassa a pagare. All’improvviso una voce, anzi due voci dietro di me
 “prendiamo questo come libro di narrativa per la classe?” dice la voce uno
 “mah.. non so, negli Stati Uniti l’hanno censurato, dicono che parli di infanticidio. Non credo che sia opportuno per i ragazzi” risponde la voce due.
E vanno via.
Le voci parlavano di The Giver
Così vado leggermi la quarta di copertina.
Che le scuole americane avessero censurato un romanzo e che la Giunti lo avesse pubblicato per la Y, era già una cosa che mi intrigava, che le insegnanti di una piccolissima scuola di provincia lo censurassero dopo che aveva venduto milioni di copie e vinto la Newbery Medal era una cosa che davvero trovavo assurda.
 I ragazzi sono y young non i idiot !!!
 C’è ancora qualcuno che pensa sul serio che i giovani non debbano leggere, pensare, sapere? Scusate ma quando sento parlare di censura mi viene un brivido distopico sulla schiena, ve lo giuro. Così l’ho comprato ed è iniziata la mia avventura col quartetto delle Lowry. Perché possiate appassionarvi a Il figlio, dovete prima saper qualcosa dei primi tre volumi. Adesso ve li racconto per bene.

Cominciamo con The Giver.
Il protagonista è Jonas, Jonas ha dodici anni e vive in un mondo perfetto. Un mondo dove tutto è perfettamente funzionante, perché è stato accuratamente pianificato, fin nei minimi dettagli. Dove non ci sono problemi, non ci sono intoppi o incidenti di percorso. Tutti vivono in armonia, a tutti è concesso avere un’istruzione, un tetto sopra la testa, cibo, cure mediche. Niente guerra e fame nel mondo quindi, niente povertà, ingiustizie, carestie. Niente dolore e sofferenza, perché gli uomini sono “stati selezionati” uguali sia fisicamente che psicologicamente e le differenze, causa di incomprensioni e contrasti sono state abolite. Tutto è sicuro, ordinato, prestabilito. Ogni abitante non è che un numero, parte di un meccanismo spersonalizzante e perfetto. Ognuno con il suo posto, il suo ruolo, la sua funzione, grazie al modello governativo e alle sue  regole chiare, precise, regole ferree che non lasciano scelta, non lasciano spazio al libero pensiero, al libero sentire. Le passioni umane più forti, i picchi emotivi, gli impulsi sessuali e tutto quello che di intenso può farle scaturire è stato cancellato, abolito, messo alla gogna. Niente musica, risate, persino la brillantezza dei colori è troppo in questo mondo grigio dove anche il tempo è sempre uguale. Ad ogni modo si i nasce e si cresce nel pieno rispetto di queste regole. E a Jonas va bene così, perché questo è l’unico mondo che conosce, e poi non si  ha paura in questo mondo. Non ci si può sbagliare perché non ci sono scelte sbagliate in cui cadere. Altri scelgono per te. Ti scelgono una moglie o un marito, ti assegnano due figli, un maschio e una femmina. Hai tutto. Tutto ti viene concesso, a determinate condizioni, e ad una certa età. A dodici anni ad esempio ti viene assegnato il lavoro che dovrai svolgere per il resto della vita. Jonas ha proprio dodici anni, e il Consiglio degli anziani, nella cerimonia annuale di dicembre, la “Cerimonia dei dodici”  lo sceglie per affidargli un incarico importante, diventare un raccoglitore. L’anziano Giver (il donatore), gli avrebbe fatto dono delle Memorie dell’Umanità, da lui custodite fino a quel momento, cosicché potesse prendere il suo posto. Quando Jonas viene messo a conoscenza di tutti i ricordi che fino a quel momento gli erano stati negati, come erano stati negati a tutti, comprende quanto in realtà quel mondo che aveva creduto perfetto sia vuoto, freddo, insapore. Jonas infatti sperimenta per la prima volta emozioni e sensazioni proibite alla comunità, sperimenta la musica, i colori, l’amore, e comprende come anche dolore, rabbia e frustrazione hanno loro ragione d’esistere. Che è necessario rischiare  e se è il caso anche sbagliare se si vuole assaporare la pienezza del vivere. Capisce così che la sua Comunità, privata dei ricordi  è stata privata anche della sua umanità e trasformata in una massa uniforme senza motivazione, speranza, desiderio, facile da manovrare, un docile fantoccio facilmente manipolabile. La repressione dei sentimenti e certi compromessi per il quieto vivere non solo adesso gli sembrano inaccettabili, ma gli mettono i brividi. Sarà proprio  la scoperta del “congedo”,  l’orrendo segreto della comunità a fare cambiare Jonas per sempre.



In Gathering Blue-La Rivincita  troviamo uno scenario post-apocalittico, ipoteticamente segnato da guerre e devastazioni, che hanno messo la parola fine alla civiltà tecnologica per come la conosciamo, e costretto i sopravvissuti a ricominciare praticamente da capo, vivendo alla bell’e meglio in villaggi composti da agglomerati di capanne rudimentali.  Siamo tornati ai tempi delle barbarie più nere. Se la Comunità di The Giver infatti  era, almeno all'apparenza, fin  per troppo perfetta, tutta centrata verso il “bene” comune e priva di guerre e sofferenze, quella di Gathring Blue si manifesta sin da subito come brutale, regredita ad uno stadio di vita quasi primitiva, dove l’importante è sopravvivere, dove vige la legge del più forte, e non c’è spazio per i deboli, che vengono emarginati, disprezzati, considerati inutili. I bambini? Sono un fastidio, vengono tenuti nel recinto dei polli. Gli “imperfetti”? Se non sono in grado di badare a se stessi, di lavorare, sono un peso per tutti, vengono così allontanati dal villaggio, abbandonati nella Landa a farsi divorare dalle “Bestie” che vivono lì.  È questa la sorte che sarebbe spettata a Kira, nata con una malformazione che l’ha resa  zoppa, se non fosse stato per la tenacia salvifica di sua madre, lei che morta a causa di una grave malattia l’ha lasciata sola in balia dei soprusi delle donne del villaggio che appellandosi al “Consiglio dei guardiani” le portano via la terra che le appartiene. La sorte di Kira può dirsi quindi segnata dalla sua deformità, segnando quasi la sua condanna a morte. Ma inaspettatamente il Consiglio dei Guardiani, un gruppo di funzionari che governa il villaggio, le risparmia la vita, perché reputa che in lei possieda un dono “speciale”,  un talento. Le mani di Kira infatti sanno tessere ricami straordinari, una dote preziosa che deve essere coltivata. Kira viene quindi reclutata dal palazzo del consiglio, l’unico palazzo moderno di tutto il  villaggio,  per lavorare come ricamatrice. Nel villaggio infatti le tuniche sono tutte uguali, monocolore e prive di decori, a lei toccherà ricamare la tunica del cantore in occasione di una festività importante. Dovrà così specializzarsi nell’arte del ricamo per far fronte al suo compito, e imparare ad utilizzare nuove tecniche utilizzando i pigmenti naturali ottenuti dai fiori e da altre sostanze naturali, una tecnica antica, che oramai sanno usare in pochi. "Gathering blue" si riferisce proprio al blu, colore del cielo, che Kira non riesce a riprodurre, ma in realtà il colore blu simbolizza anche la speranza. Un sentimento che darà la forza a Kira di non scappare come aveva fatto Jonas e di restare in questo mondo in cui è stato faticoso entrare e ancora più faticoso comprendere, e che una fatica ancora enorme pretende da lei, che questo mondo lo vuole cambiare
sfoglia qualche pagina di Gathering Blue e guarda il booktrailer qua sotto



Ed eccoci arrivati a Il messaggero
Siamo nel 2073.
Dopo La Rovina, che ha distrutto l’umanità così come ce la ricordavamo, le nuove società sono in balia di “forme di governo spietate, punizioni atroci, inguaribile povertà o falso benessere”  

Ohhh finalmente questo romanzo lega a doppio filo le prime due storie. Perché è chiaro che le società di cui stiamo parlando sono proprio quelle di Kira e Jonas in entrambe infatti un solo destino incombe sui diversi, i deboli, gli ammalati, il "Congedo" o “La Landa”, in entrambi i casi, la morte.

Ma c’è un’eccezione. Proprio di questa eccezione si parla nel terzo romanzo, il villaggio di Matty, dove anche gli ultimi, non sani e i diversi, vivono. La società li accoglie, li considera parte del tutto, e vive fraternamente e in armonia con loro.  Ma la pace e la tranquillità sembrano anche qui troppo belle per essere vere….gli abitanti del villaggio stanno cambiando, e non in bene. Matty, aiutante del Veggente deve portare il messaggio del drammatico cambiamento al di là della fitta  Foresta che circonda il villaggio, e che solo lui è in grado di attraversare, ma questa è adesso in balia di un’oscura forza contro la quale Matty, per sopravvivere dovrà utilizzare il suo nuovo potere, un potere che nemmeno lui riesce a comprendere

guarda il booktrailer



E adesso possiamo tornare a Son-il figlio.
Ce lo presentano così:
I personaggi e i tre mondi che abbiamo imparato a conoscere e che ci hanno emozionato con The Giver, La Rivincita e Il messaggero finalmente trovano un comune epilogo. Il libro si apre nella stessa comunità di The Giver, ordinata e perfettamente regolata nei ritmi e nei ruoli. Claire, infatti, è stata destinata nella cerimonia dei Dodici a fare la Partoriente e seguendo il programma dà luce al primo figlio. Purtroppo però qualcosa va storto, il parto ha delle complicazioni e Claire deve essere ricollocata in quanto non adatta al ruolo. Si trova quindi a lavorare al Centro Ittico e a sentirsi diversa dagli altri – saranno forse le pillole che si sono scordati di darle? Sente una mancanza, continua a pensare al Prodotto che ha dato alla luce… a quanto pare è sopravvissuto ed è un maschietto. Trovare una scusa per andare al Centro di Puericultura a vederlo non è tanto difficile. Ma secondo le dure leggi della Comunità, questo Prodotto deve essere eliminato perché difettoso

Che dirvi di questa serie?
Ogni volume ha una storia che tratta temi interessantissimi  e pungenti. Temi che, a differenza di quanto pensavano quelle due insegnati in libreria, i giovani farebbero benissimo a conoscere e a rifletterci sopra. Emotivamente tutte e tre le avventure ti coinvolgono, e la lettura scorre via facilmente. Non si è fatto che parlare dei riferimenti a Orwell, riferimenti che trovo giustissimi per la tematica distopica, e improbabili per quanto riguarda lo stile, e la struttura della narrazione che in Orwell trovo siano più complessi e forse più difficili da approcciare per  i giovanissimi. Fra i tre volumi della serie io ho preferito gli altri  Gathering Blue, ma sono solo i miei gusti. Adesso non resta che aspettare qualche giorno per leggere il seguito.

Se invece avete già letto questi libri e vi sono piaciuti vi consiglio caldamente due letture che penso potrebbero intrigarvi. Vi mostro solo le copertine, e non vi dico altro se non che i mondi distopici nei quali sono mondo che avete imparato a capire nei libri della Lowry, solo che qui gli esiti sono diversi. I libri sono Bambini nel bosco di Beatrice Masini e La neve se ne frega di Luciano Ligabue.





Se  avete letto i titoli presenti in questo post (tutti o in parte) fatemi sapere che ne pensate. Intanto se vi piace il genere vi consiglio di guardare il film Equilibrium, ecco la locandina


Buona lettura e buona visione a tutti!

giovedì 7 febbraio 2013

I figli dei guardiani di elefanti

Dunque dunque…
Il libro di cui sto per parlarvi l’ho comprato così, un po’ a casaccio.
Non era stato preventivato, previsto dal budget, insomma non era nella mia wishlist, ma un po’ perché stavo in fissa con gli autori nordici (la storia è ambientata a Finø, piccola isola di fantasia dell’arcipelago danese, posta nel mezzo del Mare delle Possibilità),  un po’ perché sfogliando sfogliando ho trovato dentro pezzi che mi  erano così familiari...
  
“Una cosa che ho imparato da mia sorella maggiore Tilte è pensare che tutti hanno ragione e allo stesso tempo di avere l’assoluta convinzione di essere, in un assortimento di persone molto ampio, l’unica a sapere di cosa sta parlando”

…esattamente quello che mia sorella pensa di me...

“Bisogna essere cauti col farsi toccare dagli altri. Per esempio per mia madre la faccenda è completamente finita, oramai ho quattordici anni, fra un anno e mezzo farò un esperienza in collegio, fra due anni e mezzo andrò via di casa.
Inoltre mamma va in confusione quando mi vuole toccare, una confusione derivante dall’impossibilità di capire che ero il suo neonato in un passato che lei spesso chiama un attimo fa, ma che adesso  ho quattordici anni e sono stato abbandonato da una ragazza e sono il capocannoniere della prima squadra e sospettato di aver provato a fumare hashish, anche se non ci sono prove”

…esattamente quello che mia madre prova con me...

alla fine ho messo mano al salvadanaio è l’ho preso.
Veramente un bel bottino.
Ci ho azzeccato in pieno, uahuahuah risata malefica, e perciò ora ve lo racconto.

Scritto da PETER HØEG (l’autore di “Il senso di Smilla per la neve”) e pubblicato da Mondatori, I FIGLI DEI GUARDIANI DI ELEFANTI è veramente un bel libro.
Destinato prevalentemente ad  pubblico adulto (non è stato oggetto di un' arguta e spietata strategia di marekting che lo ha inchiodato a morte all'etichettia  Y) ci racconta l’adolescenza in un modo così spavaldo e delicato al tempo stesso, tanto che può essere consigliato anche ai più giovani.
Del resto i protagonisti assoluti del romanzo sono tre ragazzi, davvero unici, e per unici intendo...strani (indi meravigliosi).
Iniziamo dal protagonista, il quattordicenne Peter (omonimo dello scrittore) brillante narratore della storia, ancora un po' ammaccato da un amore finito male, per passare poi alla sorella Tilte, due anni più grande, con una passione per le grandi domande sulla vita (e soprattutto sulla morte) cui si sforza di trovare risposta con improbabili ed esilaranti esperimenti, in qualche modo scientifici (tipo chiudere i propri amici, e se stessa, in una bara per capire che sensazioni si prova da morti), per finire col fratello maggiore Hans che sembra “nato con ottocento anni di ritardo” tanto il suo animo è cavalleresco, e in fondo all'elenco il cane Basket III (immaginate che fine abbiano fatto Basket I e Basket II…).
I ragazzi oltre a essere tre fratelli (provate a dirlo in velocità trefratellitrefratellitrefratelli) sono, purtroppo anche figli  di un padre pastore e una madre organista che nell’intimità della loro casa si dilettano rispettivamente a cucinare ghiottonerie e costruire strani marchingegni per trasformare la casa in una sorta di covo segreto.
Eh..si, bei tipi niente male, così  niente male che quando... puf, spariscono nel nulla, i tre ragazzini cominciano a sospettare che ci sia qualcosa sotto…
Che i cari mamma e papà non siano in realtà due gran farabutti, truffatori e manigoldi?
E che fare se si  rischia di finire tutti in orfanotrofio, con i genitori dietro le sbarre?
Inizia così una lotta contro al tempo e in barba alla polizia per indagare sulla vera natura diabolica o angelica dei propri genitori, e mettere in salvo la benedetta famigliola.
Il romanzo al tempo stesso poetico ed esilarante, inizia con un antico proverbio indiano

Vuoi essere un guardiano di elefanti? Allora assicurati di avere posto per l’elefante.

Ed effettivamente un sapore ironico e spirituale al tempo stesso è quello che si mantiene per tutto il libro. Un’avventura, iniziata un po’ in sordina ma che prende pian piano velocità andando avanti con le pagine, e che  mentre ci diverte ci fa intanto interrogare sull’apparenza delle cose, non solo sui genitori di Peter, ma su tutto ciò che ci circonda. L’intera nostra vita  è in realtà così come ci appare o c’è dell’altro, sotto sotto, e bisogna scavare per trovare la verità?

A voi l’ardua sentenza.

sabato 2 febbraio 2013

Vita fra i banchi

La vita fra i banchi di scuola
quel caino di professore
voglia di fuga, di libertà
zaino in spalla e paure nascoste in tasca
i primi tormenti
la rabbia
l’amore...uno solo
le amicizie …non tante
le scelte …poche
le persone giuste
le persone sbagliate
la strada giusta
la strada sbagliata
le strane strade per diventare adulti
o per quello bisogna volare?
o cadere e rialzarsi
cadere rialzarsi
cadere

Ricordo che questo è quello che, al primo liceo, ho trovato dentro i due romanzi che vi propongo.
Il primo è DUE DI DUE, di Andrea De Carlo, il secondo è JACK FRUSCIANTE E' USCITO DAL GRUPPO di Enrico Brizzi (che quando scrisse il romanzo aveva pure lui i suoi bei 19 anni).
Quando questi libri uscirono per la prima volta nelle librerie, probabilmente la maggior parte di voi non era ancora nata, ma negli anni novanta, se avevi sedici anni e un pizzico di cervello, dovevi averli letti per forza. Non c’era granchè a quel tempo per trastullarti il cervello. Non avevamo Facebook, Iphone, Ipad, 3D, ma Jack Frusciante ce lo portavamo appresso dentro l’Invicta. Noi, generazione di adolescenti turbolenti e turbati siamo cresciuti con Guido e Alex, ne siamo stati ispirati, e io sono convinta che anche voi, che Facebook, Iphone, Ipad, 3D ce li avete, potrete fare buon uso di questi libri e lasciare che vi riempiano la testa di
???? 
o di
!!!!!! (se siete più fortunati).
Questi sono alcuni bocconi.

La prima volta che ho visto Guido Laremi eravamo tutti e due così magri e perplessi, così provvisori nelle nostre vite, da stare a guardare come spettatori mentre quello che ci succedeva entrava a far parte del passato, schiacciato senza la minima prospettiva. Il ricordo che ho del nostro primo incontro è in realtà una ricostruzione, fatta di dettagli cancellati e aggiunti e modificati per liberare un solo episodio dal tessuto di episodi insignificanti a cui apparteneva allora.
In questo ricordo ricostruito io sono in piedi dall'altra parte della strada, a guardare il brulichìo di ragazzi e ragazze che sciamano fuori da un vecchio edificio grigio, appena arginati da una transenna di metallo che corre per una decina di metri lungo il marciapiede. Ho le mani in tasca e il bavero del cappoto alzato, e cerco disperatamente di assumere un atteggiamento di non appartentenza alla scena, anche se sono uscito dallo stesso portone e ho fatto lo stesso percorso faticoso solo un quarto d'ora prima. Ma ho quattordici anni e odio i vestiti che ho addosso, odio il mio aspetto in generale, e l'idea di essere qui in questo momento.”


“E VA BENE CHE NON BISOGNA DIPENDERE DA NESSUNO NELLA PROPRIA CAZZO DI VITA, MA IO MICA DIPENDO. IO VIVO ANCHE DA SOLO, SENZA DIPENDERE DA NESSUNO, COME HO FATTO FINO A QUATTRO MESI FA, CON IL PILOTA AUTOMATICO. MI SBATTO LE MANI IN TASCA E COMINCIO A CAMMINARE DOVE MI PORTA LA STRADA. PECCATO PERO’ CHE QUANDO VADO COL PILOTA AUTOMATICO LE SENSAZIONI PIU’ BELLE SIANO PRENDERSI LE BRESCE IL SABATO SERA PER DIMENTICARSI UN’ALTRA MERDOSA SETTIMANA DI SCUOLA IN CUI NON E’ SUCCESSO NIENTE , VOMITARE SUBITO PRIMA DI RIENTRARE A CASA E SVEGLIARSI LA DOMENICA MATTINA CON IL MAL DI TESTA, COME NELLA PARODIA DELLE CANZONI DI VASCO.
POSSO SOPRAVVIVERE COL PILOTA AUTOMATICO MA VIVERE E’ UN’ALTRA COSA.”


Adesso ditemi…solo una volta, almeno una volta, una piccola volta, quella volta che il mondo faceva proprio schifo, non vi siete sentiti così?

lunedì 28 gennaio 2013

La vita a morsi


Quando la vita ti prende un po' a calci...
Tre romanzi editi dalla Giunti Y,  che mi hanno fatto riflettere, piangere e ridere, perchè così veri, così realmente crudi, schietti, spietati a volte, così come  il registro con cui sono scritti.
Tre autori diversi per tre storie  legati da un filo rosso comune,  le problematiche dei giovani protagonisti, che tentano (è  più una lotta che un tentativo in realtà) ognuno a proprio modo (giusto o sbagliato che sia) di districarsi tra le insidie di una vita  che non è mai uno spasso, anzi è una piccola tragedia che si portano addosso. 
Autolesionismo, anoressia e disturbo ossessivo-compulsivo sono le bestie che devono essere di volta in volta affrontate, da soli, confrontandosi con un mondo adulto così vicino eppure così lontano che attira come un buco nero che inghiotte, nella sua indifferenza. Un po' eroi, un po' vinti, i protagonisti sono come noi, stupendi, bizzarri e fragili.
Ve li consiglio.

Hanno scritto di lui:
 "Mi chiamo Chuck, romanzo di Aaron Karo edito da Giunti. Chuck Taylor ha diciassette anni e mille paranoie. Si lava le mani continuamente, controlla ossessivamente le manopole dei fornelli e il terrore dei germi condiziona le sue relazioni sociali, di fatto quasi inesistenti se si esclude Steve, goffo amico del cuore bersaglio delle angherie dei bulli della scuola. Chuck ha anche una sorella, Beth, che lo ignora al punto da negargli persino l’amicizia su Facebook. La sua giornata è costellata dalla ripetizione di gesti, regole maniacali che lui stesso si è imposto per non perdere del tutto il controllo di sé. E poi ci sono le Converse All Star: ne possiede decine di paia di ogni colore che ha abbinato ai vari stati d’animo. Converse rosse = arrabbiato, gialle = nervoso e così di seguito. I genitori, però, sono sempre più preoccupati e, nonostante le rimostranze di Chuck, decidono di spedirlo dalla strizzacervelli. Ma è l’arrivo di una nuova compagna di classe a cambiare radicalmente la vita di Chuck e ad aggiungere un nuovo colore alla sua collezione di Converse. Impossibile non ridere con questo esilarante racconto in prima persona di Chuck, uno dei più divertenti e struggenti personaggi della narrativa contemporanea."

 Credo che questo sia decisamente il più "leggero" dei tre, tutto il romanzo è carico di autoironia e una buona dose di umorismo. A pertire dall'incipit che mi ha conquistata

"Lo scorso anno mi sono fatto esattamente 273 pippe. Questo fa una media di 5,25 alla settimana e di 0,75 al giorno. Non so cos’è che mi impressiona di più: il fatto che mi spari così tante pippe o che ne abbia tenuto il conto per tutto l’anno. Però è vero, ho segnato il numero su una pila sempre più alta di post-it nascosta nel comodino. Fatti una pippa, prendi nota, vai a nanna. La routine."

Se cliccate qua  potrete gustarvene qualche pagina  
leggi Mi chiamo Chuck 

Altra storia invece per Break Ossa rotte di Hannah Moskowitz. Così hanno scritto "Jonah ha una famiglia a dir poco difficile. Ha due genitori quasi assenti, che non ricordano più perchè stanno insieme e a malapena riescono a tenere le fila di un matrimonio che sta rovinando la loro vita e quella dei figli. E ha due fratelli: Will, di pochi mesi, che piange incessantemente e Jesse, di 16 anni. Il rapporto tra Jonah e Jesse va ben al di là dell'amore fraterno. Si, perchè Jonah è l'angelo custode di Jesse, colui che ogni giorno lo salva da morte sicura per soffocamento. Jesse soffre infatti di gravi allergie alimentari, soprattutto al latte e, dato che Will è ancora un poppante, Jesse non è mai al sicuro, nemmeno in casa. I suoi attacchi sono violenti, terribili, devastanti, tanto da spedirlo in ospedale. Jonah non può permettersi di perderlo mai di vista: controlla tutto ciò che mangia, tocca, respira. Si assicura che anche quella sbadata di sua madre non allatti Will e poi tocchi il fratello. Ogni volta che il cellulare squilla, il cuore di Jonah parte al galoppo per la paura che Jesse sia in fin di vita. Jonah vuole essere più forte, ha bisogno di essere più forte, per sorreggere una famiglia sull'orlo del baratro, per sostenere un fratello che rischia di morire ogni giorno, per non cedere al raptus omicida nei confronti di un bebè che riduce a brandelli i nervi di tutti. Rompersi le ossa e guarire è l'unico modo che Jonah conosce per rinforzarsi. Perchè chiunque sa che un osso fratturato ha il solo potere di curarsi da solo e di ricrescere più forte, rinvigorito. E il primo pensiero di Jonah ogni mattina è quello di escogitare nuovi metodi per raggiungere lo scopo nella maniera più veloce ed efficace possibile. La sua è una storia di autodistruzione per amore. Dita, gomiti, femori, costole: il conto è minuziosamente riportato. E' un'impre sametodica. Una scarica di adrenalina, poi il dolore, intenso, nauseante."

Anche qui, nonostante il tema abbastanza complesso dell'autolesionismo, ne ho apprezzato lo stile semplice e il sapore un po' cinico. Eccovene un assaggio leggi BREAK Ossa rotte


Infine quello che mi ha lasciata le budella un po' fuori posto, è Wintergirls, per la capacità che ha avuto l'autrice di infiltrarsi all'interno di una psiche malata e ed uscire per raccontarcelo. Senza mezzi termini, senza censure, senza le attenuanti che non ci servono a niente, davvero.

"Wintergirls, romanzo di Laurie Halse Anderson edito da Giunti. Lia e Cassie sono amiche dall'infanzia, ragazze congelate nei loro fragili corpi, in competizione in un'assurda gara mortale per stabilire chi tra loro sarà la più magra. Lia conta maniacalmente le calorie di tutto ciò che mangia e di notte, quanto i suoi non la vedono, si sfinisce di ginnastica per bruciare grassi. Le poche volte che si nutre, cerca di ingerire cose che la feriscono, come cibi ultrapiccanti, in modo da "punirsi" per aver mangiato. Si ingozza d'acqua per ingannare la bilancia nei giorni in cui la pesano. Quando eccede nel cibo, ricorre ai lassativi e passa il tempo a leggere i blog di ragazze con disturbi alimentari che si sostengono a vicenda. Nel suo romanzo più toccante e poetico dopo Speak, finalista al National Book Award, l'autrice best seller L. H. Anderson esplora l'impressionante discesa di una ragazza nel vortice dell'anoressia"

Io non ho ancora letto Speak ma lo farò a breve, giuro. Quello che trovo assurdo è che libri come questo siano oggetto di polemica. E' scandalizzante come a volte la cosa più semplice sia star zitti e girare le spalle. Voi non fatelo, please leggete.

Le cronache dei vampiri

Cari amanti delle saghe vampiresche
 aprite bene le orecchie, probabilmente i più giovani di voi, si sono avvicinati al genere grazie al grande successo televisivo e cinematografico delle saghe Twilight e Vampire Diaries, e magari hanno continuato leggendo Shadow Hunters, o il Bacio d’argento, ecco, a voi proprio a voi, io dico risvegliatevi dal vostro sonno mortale e rimpossessatevi delle vostre povere menti giovanili, smettetela di guardare i volumi in bella mostra con quelle copertine così sexy e come dico sempre ravanate negli scaffali. Non dico che se avete letto i volumi che ho sopra citato diventerete ciechi, per carità, ma quel che certo è che ciechi ci resterete se non leggete  almeno uno dei romanzi delle Cronache dei vampiri di Anne Rice.
Anne Rice ( escludendo ovviamente Bram Stoker, che è il papà di Dracula)  è la signora dei vampiri, unica e sola. Non si discute.
Il romanzo che vi consiglio è La regina dei dannati, il terzo capitolo della saga che ha inizio con Intervista con il vampiro , di cui forse qualcuno ricorderà il film, che non è di certo un granchè (anche se a confronto con Twilight saga è un tocco di vera classe), ma che molte apprezzarono per il trio di strafighi Pitt-Cruise-Banderas. Forse nessuno invece ricorderà il film che è stato tratto dalla Regina dei dannati, ma in fondo  è meglio così, perchè è decisamente orrendo. Ma il libro NO!
 La trama di questo romanzo è infatti costruita su un intreccio impeccabile, i punti di vista dei vari personaggi, umani e non, si susseguono velocemente e con assoluta coerenza, mantenendo sempre il lettore su un alto grado di attesa per quel che verrà dopo, mettendogli sotto gli occhi pian piano le storie a volte millenarie dei protagonisti. Anche gli esseri umani qui, specialmente se di sesso femminile,  non si limitano a ricoprire le parti delle eroine tragiche che si innamorano perdutamente degli angeli caduti, ma hanno ai fini dell’evoluzione della storia e della sua verosimiglianza, un grande peso.
Vi segnalo proprio questo come mio romanzo preferito e non il primo, semplicemente perché si affronta la tematica della nascita dei primi vampiri e della stirpe originaria, risalente all’antico Egitto, che ho apprezzato molto, e per delle brevi poesie davvero accattivanti,  opera di Stan Rice , somiglianti molto a piccoli haiku gotici, che sono delle vere chicche, tipo questa.

“Dillo
In ritmica
Continuità.
Dettaglio per dettaglio
Le creature viventi.
Dillo
Come dev’esser detto, il ritmo
Solido nella forma.
Donna. Braccia levate. Divoratrice d’ombra.”



Ho letto Dracula quando frequentavo le medie e questo libro i primi anni delle superiori, da allora ho continuato per anni ad acquistare tutti i volumi della Rice, passando dalle Cronache dei vampiri alla Saga delle streghe Mayfair, e proponendoli a chiunque in un’opera di Annericesizzazione su larga scala.
Ai tempi ero così presa che mia madre diventò nevrastenica a vedermi sempre col naso appiccicato alle pagine e in un attimo di furia omicida mi strappo il libro dalle mani e lo fece in mille pezzi. Un affronto mortale.
Tra le lacrime e la rabbia rammendai in fretta e furia le pagine strappate a metà con dello scotch trasparente, con pessimi risultati, la copertina negli anni andò persa, in uno dei suoi gesti di bontà mio padre la sostituì con un cartoncino nero, segno di lutto.
Adesso questo volume così ridotto passa di mano in mano a giovani lettori che reputo degni di questo onore.
Da quella volta in poi tutti i romanzi della Rice presenti nella mia biblioteca hanno stranamente subito piccoli incidenti di percorso. Alcuni sono stati travolti da onde anomale durante le letture estive, altri sono scomparsi e riapparsi solo dopo anni.
È la maledizione della Rice, lo so.
 Ad ogni modo sono riuscita a farli girare lo stesso, contagiando prima mia sorella, poi il mio ragazzo, e le mie amiche. Sono piaciuti a tutti, grandi, piccoli, maschi e femmine.
Fidatevi.

Tutti i romanzi della Rice sono stati pubblicati dalla Tea e li trovate in edizione economica a pochi euro l’uno. Il mio sfortunatissimo tomo invece è stato pubblicato dalla Salani, con una differente copertina, sicuramente più retrò, che io ho amato. Eccola qui a fianco.
Infine posso dirvi Wikipedia ha dedicato alla saga un bel popò di pagine  eccone una
Cronache dei vampiri
Questo è invece il sito dell’autrice

Buona lettura a tutti e state attenti alla giugulare.