giovedì 7 febbraio 2013

I figli dei guardiani di elefanti

Dunque dunque…
Il libro di cui sto per parlarvi l’ho comprato così, un po’ a casaccio.
Non era stato preventivato, previsto dal budget, insomma non era nella mia wishlist, ma un po’ perché stavo in fissa con gli autori nordici (la storia è ambientata a Finø, piccola isola di fantasia dell’arcipelago danese, posta nel mezzo del Mare delle Possibilità),  un po’ perché sfogliando sfogliando ho trovato dentro pezzi che mi  erano così familiari...
  
“Una cosa che ho imparato da mia sorella maggiore Tilte è pensare che tutti hanno ragione e allo stesso tempo di avere l’assoluta convinzione di essere, in un assortimento di persone molto ampio, l’unica a sapere di cosa sta parlando”

…esattamente quello che mia sorella pensa di me...

“Bisogna essere cauti col farsi toccare dagli altri. Per esempio per mia madre la faccenda è completamente finita, oramai ho quattordici anni, fra un anno e mezzo farò un esperienza in collegio, fra due anni e mezzo andrò via di casa.
Inoltre mamma va in confusione quando mi vuole toccare, una confusione derivante dall’impossibilità di capire che ero il suo neonato in un passato che lei spesso chiama un attimo fa, ma che adesso  ho quattordici anni e sono stato abbandonato da una ragazza e sono il capocannoniere della prima squadra e sospettato di aver provato a fumare hashish, anche se non ci sono prove”

…esattamente quello che mia madre prova con me...

alla fine ho messo mano al salvadanaio è l’ho preso.
Veramente un bel bottino.
Ci ho azzeccato in pieno, uahuahuah risata malefica, e perciò ora ve lo racconto.

Scritto da PETER HØEG (l’autore di “Il senso di Smilla per la neve”) e pubblicato da Mondatori, I FIGLI DEI GUARDIANI DI ELEFANTI è veramente un bel libro.
Destinato prevalentemente ad  pubblico adulto (non è stato oggetto di un' arguta e spietata strategia di marekting che lo ha inchiodato a morte all'etichettia  Y) ci racconta l’adolescenza in un modo così spavaldo e delicato al tempo stesso, tanto che può essere consigliato anche ai più giovani.
Del resto i protagonisti assoluti del romanzo sono tre ragazzi, davvero unici, e per unici intendo...strani (indi meravigliosi).
Iniziamo dal protagonista, il quattordicenne Peter (omonimo dello scrittore) brillante narratore della storia, ancora un po' ammaccato da un amore finito male, per passare poi alla sorella Tilte, due anni più grande, con una passione per le grandi domande sulla vita (e soprattutto sulla morte) cui si sforza di trovare risposta con improbabili ed esilaranti esperimenti, in qualche modo scientifici (tipo chiudere i propri amici, e se stessa, in una bara per capire che sensazioni si prova da morti), per finire col fratello maggiore Hans che sembra “nato con ottocento anni di ritardo” tanto il suo animo è cavalleresco, e in fondo all'elenco il cane Basket III (immaginate che fine abbiano fatto Basket I e Basket II…).
I ragazzi oltre a essere tre fratelli (provate a dirlo in velocità trefratellitrefratellitrefratelli) sono, purtroppo anche figli  di un padre pastore e una madre organista che nell’intimità della loro casa si dilettano rispettivamente a cucinare ghiottonerie e costruire strani marchingegni per trasformare la casa in una sorta di covo segreto.
Eh..si, bei tipi niente male, così  niente male che quando... puf, spariscono nel nulla, i tre ragazzini cominciano a sospettare che ci sia qualcosa sotto…
Che i cari mamma e papà non siano in realtà due gran farabutti, truffatori e manigoldi?
E che fare se si  rischia di finire tutti in orfanotrofio, con i genitori dietro le sbarre?
Inizia così una lotta contro al tempo e in barba alla polizia per indagare sulla vera natura diabolica o angelica dei propri genitori, e mettere in salvo la benedetta famigliola.
Il romanzo al tempo stesso poetico ed esilarante, inizia con un antico proverbio indiano

Vuoi essere un guardiano di elefanti? Allora assicurati di avere posto per l’elefante.

Ed effettivamente un sapore ironico e spirituale al tempo stesso è quello che si mantiene per tutto il libro. Un’avventura, iniziata un po’ in sordina ma che prende pian piano velocità andando avanti con le pagine, e che  mentre ci diverte ci fa intanto interrogare sull’apparenza delle cose, non solo sui genitori di Peter, ma su tutto ciò che ci circonda. L’intera nostra vita  è in realtà così come ci appare o c’è dell’altro, sotto sotto, e bisogna scavare per trovare la verità?

A voi l’ardua sentenza.

sabato 2 febbraio 2013

Vita fra i banchi

La vita fra i banchi di scuola
quel caino di professore
voglia di fuga, di libertà
zaino in spalla e paure nascoste in tasca
i primi tormenti
la rabbia
l’amore...uno solo
le amicizie …non tante
le scelte …poche
le persone giuste
le persone sbagliate
la strada giusta
la strada sbagliata
le strane strade per diventare adulti
o per quello bisogna volare?
o cadere e rialzarsi
cadere rialzarsi
cadere

Ricordo che questo è quello che, al primo liceo, ho trovato dentro i due romanzi che vi propongo.
Il primo è DUE DI DUE, di Andrea De Carlo, il secondo è JACK FRUSCIANTE E' USCITO DAL GRUPPO di Enrico Brizzi (che quando scrisse il romanzo aveva pure lui i suoi bei 19 anni).
Quando questi libri uscirono per la prima volta nelle librerie, probabilmente la maggior parte di voi non era ancora nata, ma negli anni novanta, se avevi sedici anni e un pizzico di cervello, dovevi averli letti per forza. Non c’era granchè a quel tempo per trastullarti il cervello. Non avevamo Facebook, Iphone, Ipad, 3D, ma Jack Frusciante ce lo portavamo appresso dentro l’Invicta. Noi, generazione di adolescenti turbolenti e turbati siamo cresciuti con Guido e Alex, ne siamo stati ispirati, e io sono convinta che anche voi, che Facebook, Iphone, Ipad, 3D ce li avete, potrete fare buon uso di questi libri e lasciare che vi riempiano la testa di
???? 
o di
!!!!!! (se siete più fortunati).
Questi sono alcuni bocconi.

La prima volta che ho visto Guido Laremi eravamo tutti e due così magri e perplessi, così provvisori nelle nostre vite, da stare a guardare come spettatori mentre quello che ci succedeva entrava a far parte del passato, schiacciato senza la minima prospettiva. Il ricordo che ho del nostro primo incontro è in realtà una ricostruzione, fatta di dettagli cancellati e aggiunti e modificati per liberare un solo episodio dal tessuto di episodi insignificanti a cui apparteneva allora.
In questo ricordo ricostruito io sono in piedi dall'altra parte della strada, a guardare il brulichìo di ragazzi e ragazze che sciamano fuori da un vecchio edificio grigio, appena arginati da una transenna di metallo che corre per una decina di metri lungo il marciapiede. Ho le mani in tasca e il bavero del cappoto alzato, e cerco disperatamente di assumere un atteggiamento di non appartentenza alla scena, anche se sono uscito dallo stesso portone e ho fatto lo stesso percorso faticoso solo un quarto d'ora prima. Ma ho quattordici anni e odio i vestiti che ho addosso, odio il mio aspetto in generale, e l'idea di essere qui in questo momento.”


“E VA BENE CHE NON BISOGNA DIPENDERE DA NESSUNO NELLA PROPRIA CAZZO DI VITA, MA IO MICA DIPENDO. IO VIVO ANCHE DA SOLO, SENZA DIPENDERE DA NESSUNO, COME HO FATTO FINO A QUATTRO MESI FA, CON IL PILOTA AUTOMATICO. MI SBATTO LE MANI IN TASCA E COMINCIO A CAMMINARE DOVE MI PORTA LA STRADA. PECCATO PERO’ CHE QUANDO VADO COL PILOTA AUTOMATICO LE SENSAZIONI PIU’ BELLE SIANO PRENDERSI LE BRESCE IL SABATO SERA PER DIMENTICARSI UN’ALTRA MERDOSA SETTIMANA DI SCUOLA IN CUI NON E’ SUCCESSO NIENTE , VOMITARE SUBITO PRIMA DI RIENTRARE A CASA E SVEGLIARSI LA DOMENICA MATTINA CON IL MAL DI TESTA, COME NELLA PARODIA DELLE CANZONI DI VASCO.
POSSO SOPRAVVIVERE COL PILOTA AUTOMATICO MA VIVERE E’ UN’ALTRA COSA.”


Adesso ditemi…solo una volta, almeno una volta, una piccola volta, quella volta che il mondo faceva proprio schifo, non vi siete sentiti così?

lunedì 28 gennaio 2013

La vita a morsi


Quando la vita ti prende un po' a calci...
Tre romanzi editi dalla Giunti Y,  che mi hanno fatto riflettere, piangere e ridere, perchè così veri, così realmente crudi, schietti, spietati a volte, così come  il registro con cui sono scritti.
Tre autori diversi per tre storie  legati da un filo rosso comune,  le problematiche dei giovani protagonisti, che tentano (è  più una lotta che un tentativo in realtà) ognuno a proprio modo (giusto o sbagliato che sia) di districarsi tra le insidie di una vita  che non è mai uno spasso, anzi è una piccola tragedia che si portano addosso. 
Autolesionismo, anoressia e disturbo ossessivo-compulsivo sono le bestie che devono essere di volta in volta affrontate, da soli, confrontandosi con un mondo adulto così vicino eppure così lontano che attira come un buco nero che inghiotte, nella sua indifferenza. Un po' eroi, un po' vinti, i protagonisti sono come noi, stupendi, bizzarri e fragili.
Ve li consiglio.

Hanno scritto di lui:
 "Mi chiamo Chuck, romanzo di Aaron Karo edito da Giunti. Chuck Taylor ha diciassette anni e mille paranoie. Si lava le mani continuamente, controlla ossessivamente le manopole dei fornelli e il terrore dei germi condiziona le sue relazioni sociali, di fatto quasi inesistenti se si esclude Steve, goffo amico del cuore bersaglio delle angherie dei bulli della scuola. Chuck ha anche una sorella, Beth, che lo ignora al punto da negargli persino l’amicizia su Facebook. La sua giornata è costellata dalla ripetizione di gesti, regole maniacali che lui stesso si è imposto per non perdere del tutto il controllo di sé. E poi ci sono le Converse All Star: ne possiede decine di paia di ogni colore che ha abbinato ai vari stati d’animo. Converse rosse = arrabbiato, gialle = nervoso e così di seguito. I genitori, però, sono sempre più preoccupati e, nonostante le rimostranze di Chuck, decidono di spedirlo dalla strizzacervelli. Ma è l’arrivo di una nuova compagna di classe a cambiare radicalmente la vita di Chuck e ad aggiungere un nuovo colore alla sua collezione di Converse. Impossibile non ridere con questo esilarante racconto in prima persona di Chuck, uno dei più divertenti e struggenti personaggi della narrativa contemporanea."

 Credo che questo sia decisamente il più "leggero" dei tre, tutto il romanzo è carico di autoironia e una buona dose di umorismo. A pertire dall'incipit che mi ha conquistata

"Lo scorso anno mi sono fatto esattamente 273 pippe. Questo fa una media di 5,25 alla settimana e di 0,75 al giorno. Non so cos’è che mi impressiona di più: il fatto che mi spari così tante pippe o che ne abbia tenuto il conto per tutto l’anno. Però è vero, ho segnato il numero su una pila sempre più alta di post-it nascosta nel comodino. Fatti una pippa, prendi nota, vai a nanna. La routine."

Se cliccate qua  potrete gustarvene qualche pagina  
leggi Mi chiamo Chuck 

Altra storia invece per Break Ossa rotte di Hannah Moskowitz. Così hanno scritto "Jonah ha una famiglia a dir poco difficile. Ha due genitori quasi assenti, che non ricordano più perchè stanno insieme e a malapena riescono a tenere le fila di un matrimonio che sta rovinando la loro vita e quella dei figli. E ha due fratelli: Will, di pochi mesi, che piange incessantemente e Jesse, di 16 anni. Il rapporto tra Jonah e Jesse va ben al di là dell'amore fraterno. Si, perchè Jonah è l'angelo custode di Jesse, colui che ogni giorno lo salva da morte sicura per soffocamento. Jesse soffre infatti di gravi allergie alimentari, soprattutto al latte e, dato che Will è ancora un poppante, Jesse non è mai al sicuro, nemmeno in casa. I suoi attacchi sono violenti, terribili, devastanti, tanto da spedirlo in ospedale. Jonah non può permettersi di perderlo mai di vista: controlla tutto ciò che mangia, tocca, respira. Si assicura che anche quella sbadata di sua madre non allatti Will e poi tocchi il fratello. Ogni volta che il cellulare squilla, il cuore di Jonah parte al galoppo per la paura che Jesse sia in fin di vita. Jonah vuole essere più forte, ha bisogno di essere più forte, per sorreggere una famiglia sull'orlo del baratro, per sostenere un fratello che rischia di morire ogni giorno, per non cedere al raptus omicida nei confronti di un bebè che riduce a brandelli i nervi di tutti. Rompersi le ossa e guarire è l'unico modo che Jonah conosce per rinforzarsi. Perchè chiunque sa che un osso fratturato ha il solo potere di curarsi da solo e di ricrescere più forte, rinvigorito. E il primo pensiero di Jonah ogni mattina è quello di escogitare nuovi metodi per raggiungere lo scopo nella maniera più veloce ed efficace possibile. La sua è una storia di autodistruzione per amore. Dita, gomiti, femori, costole: il conto è minuziosamente riportato. E' un'impre sametodica. Una scarica di adrenalina, poi il dolore, intenso, nauseante."

Anche qui, nonostante il tema abbastanza complesso dell'autolesionismo, ne ho apprezzato lo stile semplice e il sapore un po' cinico. Eccovene un assaggio leggi BREAK Ossa rotte


Infine quello che mi ha lasciata le budella un po' fuori posto, è Wintergirls, per la capacità che ha avuto l'autrice di infiltrarsi all'interno di una psiche malata e ed uscire per raccontarcelo. Senza mezzi termini, senza censure, senza le attenuanti che non ci servono a niente, davvero.

"Wintergirls, romanzo di Laurie Halse Anderson edito da Giunti. Lia e Cassie sono amiche dall'infanzia, ragazze congelate nei loro fragili corpi, in competizione in un'assurda gara mortale per stabilire chi tra loro sarà la più magra. Lia conta maniacalmente le calorie di tutto ciò che mangia e di notte, quanto i suoi non la vedono, si sfinisce di ginnastica per bruciare grassi. Le poche volte che si nutre, cerca di ingerire cose che la feriscono, come cibi ultrapiccanti, in modo da "punirsi" per aver mangiato. Si ingozza d'acqua per ingannare la bilancia nei giorni in cui la pesano. Quando eccede nel cibo, ricorre ai lassativi e passa il tempo a leggere i blog di ragazze con disturbi alimentari che si sostengono a vicenda. Nel suo romanzo più toccante e poetico dopo Speak, finalista al National Book Award, l'autrice best seller L. H. Anderson esplora l'impressionante discesa di una ragazza nel vortice dell'anoressia"

Io non ho ancora letto Speak ma lo farò a breve, giuro. Quello che trovo assurdo è che libri come questo siano oggetto di polemica. E' scandalizzante come a volte la cosa più semplice sia star zitti e girare le spalle. Voi non fatelo, please leggete.

Le cronache dei vampiri

Cari amanti delle saghe vampiresche
 aprite bene le orecchie, probabilmente i più giovani di voi, si sono avvicinati al genere grazie al grande successo televisivo e cinematografico delle saghe Twilight e Vampire Diaries, e magari hanno continuato leggendo Shadow Hunters, o il Bacio d’argento, ecco, a voi proprio a voi, io dico risvegliatevi dal vostro sonno mortale e rimpossessatevi delle vostre povere menti giovanili, smettetela di guardare i volumi in bella mostra con quelle copertine così sexy e come dico sempre ravanate negli scaffali. Non dico che se avete letto i volumi che ho sopra citato diventerete ciechi, per carità, ma quel che certo è che ciechi ci resterete se non leggete  almeno uno dei romanzi delle Cronache dei vampiri di Anne Rice.
Anne Rice ( escludendo ovviamente Bram Stoker, che è il papà di Dracula)  è la signora dei vampiri, unica e sola. Non si discute.
Il romanzo che vi consiglio è La regina dei dannati, il terzo capitolo della saga che ha inizio con Intervista con il vampiro , di cui forse qualcuno ricorderà il film, che non è di certo un granchè (anche se a confronto con Twilight saga è un tocco di vera classe), ma che molte apprezzarono per il trio di strafighi Pitt-Cruise-Banderas. Forse nessuno invece ricorderà il film che è stato tratto dalla Regina dei dannati, ma in fondo  è meglio così, perchè è decisamente orrendo. Ma il libro NO!
 La trama di questo romanzo è infatti costruita su un intreccio impeccabile, i punti di vista dei vari personaggi, umani e non, si susseguono velocemente e con assoluta coerenza, mantenendo sempre il lettore su un alto grado di attesa per quel che verrà dopo, mettendogli sotto gli occhi pian piano le storie a volte millenarie dei protagonisti. Anche gli esseri umani qui, specialmente se di sesso femminile,  non si limitano a ricoprire le parti delle eroine tragiche che si innamorano perdutamente degli angeli caduti, ma hanno ai fini dell’evoluzione della storia e della sua verosimiglianza, un grande peso.
Vi segnalo proprio questo come mio romanzo preferito e non il primo, semplicemente perché si affronta la tematica della nascita dei primi vampiri e della stirpe originaria, risalente all’antico Egitto, che ho apprezzato molto, e per delle brevi poesie davvero accattivanti,  opera di Stan Rice , somiglianti molto a piccoli haiku gotici, che sono delle vere chicche, tipo questa.

“Dillo
In ritmica
Continuità.
Dettaglio per dettaglio
Le creature viventi.
Dillo
Come dev’esser detto, il ritmo
Solido nella forma.
Donna. Braccia levate. Divoratrice d’ombra.”



Ho letto Dracula quando frequentavo le medie e questo libro i primi anni delle superiori, da allora ho continuato per anni ad acquistare tutti i volumi della Rice, passando dalle Cronache dei vampiri alla Saga delle streghe Mayfair, e proponendoli a chiunque in un’opera di Annericesizzazione su larga scala.
Ai tempi ero così presa che mia madre diventò nevrastenica a vedermi sempre col naso appiccicato alle pagine e in un attimo di furia omicida mi strappo il libro dalle mani e lo fece in mille pezzi. Un affronto mortale.
Tra le lacrime e la rabbia rammendai in fretta e furia le pagine strappate a metà con dello scotch trasparente, con pessimi risultati, la copertina negli anni andò persa, in uno dei suoi gesti di bontà mio padre la sostituì con un cartoncino nero, segno di lutto.
Adesso questo volume così ridotto passa di mano in mano a giovani lettori che reputo degni di questo onore.
Da quella volta in poi tutti i romanzi della Rice presenti nella mia biblioteca hanno stranamente subito piccoli incidenti di percorso. Alcuni sono stati travolti da onde anomale durante le letture estive, altri sono scomparsi e riapparsi solo dopo anni.
È la maledizione della Rice, lo so.
 Ad ogni modo sono riuscita a farli girare lo stesso, contagiando prima mia sorella, poi il mio ragazzo, e le mie amiche. Sono piaciuti a tutti, grandi, piccoli, maschi e femmine.
Fidatevi.

Tutti i romanzi della Rice sono stati pubblicati dalla Tea e li trovate in edizione economica a pochi euro l’uno. Il mio sfortunatissimo tomo invece è stato pubblicato dalla Salani, con una differente copertina, sicuramente più retrò, che io ho amato. Eccola qui a fianco.
Infine posso dirvi Wikipedia ha dedicato alla saga un bel popò di pagine  eccone una
Cronache dei vampiri
Questo è invece il sito dell’autrice

Buona lettura a tutti e state attenti alla giugulare.

domenica 27 gennaio 2013

La casa del tempo sospeso

Ottocentosettanta pagine potrebbero spaventare…
e fate bene ad avere paura, non della fatica, o della noia, o di arenarvi dopo le prime quattrocento, dovreste piuttosto aver timore di finire questo libro e rimanerne assuefatti. Come è successo a me. La casa del tempo sospeso  vi irretirà.
Sono rimasta sveglia notti intere per finirlo e quando l’ho fatto uno strano senso di vuoto misto a bramosia di averne ancora ha avuto la meglio su di me.
Datemi un’altra pagina, un’altra vi prego,  un’altraaa.
Questa storia mette le vertigini. Anche la lettura a volte si fa contorta, vi porta ad attraversare ghirigori di personaggi assolutamente unici e fuori dalla norma. Li amerete tutti, coi loro nomi improbabili, frutto di battesimi taciuti e dolorosi. Fumatore, Tabaqui, Lord, Sfinge, Cieco sono solo alcuni dei giovani protagonisti che vi stupiranno con  la loro intensità. In ognuno troverete una parte di voi che riconoscete con orgoglio, una parte che tenete segreta al resto del mondo, e una parte che non sapevate di avere. Ma durante tutto il libro voi ci sarete, sarete nella casa, sarete La Casa, ne capirete le regole, spietate ma necessarie, ne carpirete i segreti, attraverso le scritte scrostate sui muri. Questo è un romanzo di formazione corale, i legami fra i personaggi sono assoluti, indissolubili, così come le loro vite. Tante giovani vite sospese nel tempo sospeso della Casa. Tante battaglie, ferite e morti che a volte preferireste non capire, ma lo farete comunque perché anche voi come i protagonisti, per tutto il tempo che starete nella Casa ne sarete al contempo padroni e schiavi, liberi e ed in trappola. 
Della trama mi piacerebbe non dirvi proprio nulla. Io l’ho letto senza avere una minima idea di cosa ci avrei trovato dentro e sono stata grata a chi si è occupato della quarta di copertina per non avermi rovinato la festa.
Non potremmo definirlo fantasy né distopico, ma la realtà della casa è un’irrealtà così tragica e onnipotente che la sensazione di evasione in un mondo altro che vi prende leggendo un fantasy qui c’è e vi prende forte allo stomaco.
Il libro, scritto da Mariam Petrosjan (che ci ha messo ben dieci anni per finirlo, un atto d’amore direi) è edito da Salani, e per me è un piccolo capolavoro,uno fra i romanzi per ragazzi più belli che abbia mai letto.
Per quanto mi riguarda mi ha fatto lo stesso effetto di Cecità di Saramago, che ovviamente è destinato ad un pubblico  adulto.
Ho letto in rete qualche commento negativo, è pur vero che i gusti sono gusti, ma quando ho letto quei commenti ho avuto la voglia di farglieli rimangiare a colpi di librate in testa. 
Il mio consiglio è : compratelo se potete, o piazzatevi in libreria e leggete a scrocco finchè vi reggono gli occhi. 
Quello che non capisco è perché non sia in bella mostra su tutti gli scaffali. Ho controllato. Al solito dovrete ravanare per trovarlo, e magari ordinarlo perfino. Non capisco. È proprio vero, a volte le cose belle bisogna guadagnarsele.


Nel frattempo, cliccate qua sotto e godetevi le prime 84 pagine
leggi La casa del tempo sospeso

venerdì 25 gennaio 2013

Piccoli mostri da incubo


 Dunque dunque, tanto per fare atmosfera, le mia dita non hanno potuto resistere allo sfogliare le pagine di PICCOLI MOSTRI DA INCUBO di Kelly Link, devo dirvelo, un vero spasso. Dieci racconti vi faranno entrare in mondo tanto comico quanto macabro, dove i giovani protagonisti sono alle prese con fidanzate cadavere e pretendenti di un altro pianeta, universi chiusi dentro una borsetta e baby sitter davvero poco raccomandabili. Dove gli spettri si indossano come ciondoli all' ultima moda, e bambini stregoni governano mondi senza neppure saperlo. Oltre a farvi sorridere, ma tra i denti, questo libro dallo stile fresco ma non banale, scorrevole e adatto a tutte le età, vi provocherà qualche brivido e la strana, formicolante sensazione di non essere al sicuro, mai. Che anche il giorno più ordinario e curioso passato davanti alla tv o a dover badare a vostra sorella può trasformarsi una strana, sinistra faccenda, dalla quale non sarà facile venire a capo e che forse vi cambierà per sempre. Il libro è pubblicato dalla Newton Compton per la collana Vertigo, che ha cominciato a proporci queste copertine rigonfie e un po' morbide, perfette per farci un buon pisolino sopra dopo letture strong, e che al tatto fanno ricordare i diari scolastici delle scuole elementari, che ci piacevano tanto taaanto. Il libro costa un po' troppo per i miei gusti e per le mie tasche, ossia euro 15,90  ma on line è possibile pagare meno della metà  in vari siti dedicati. Trovo carine anche la copertina, di un grafico italiano, e le illustrazioni interne di Shaun Tan che è un autore/illustratore australiano che amo molto. Anzi vi consiglio di sbirciare la sua pagina web Shaun Tan .  Che altro dirvi, Neil Gaiman parlando del libro ha commentato "unico", e se  lo dice lui.




Eccovi il booktrailer... per la verità nel video c'è decisamente più horror rispetto a quanto ne troviate nei racconti, e per quanto io non sia un'amante del concetto di booktrailer in generale, sono sempre un po' curiosa quando ne trovo qualcuno di un libro che ho letto, perciò ve lo posto lo stesso

Per chi invece vuole solo spizzicare un po', ecco alcune righe dal libro

Buona visione e buona lettura a tutti

c'era una volta...



L'altra sera mi è capitata una di quelle cose che accadono solo in certi strani sogni che si fanno quando ci si abbandona alla notte con la faccia spiaccicata a pagina ottocentosessantuno, dopo una lettura di straforo sotto le coperte (facendosi luce col display del telefonino per non svegliare il can che dorme). Il fatto è che avevo scovato da poco una piccola biblioteca, mai vista prima ma tanto caruccia, e presa da un'insana frenesia per la brama di scovare qualche nuova chicca libresca gratuita, ero finita a ravanare come un'ossessa tra i ripiani più bassi degli scaffali, mentre l'ingordigia cartacea mi portava come al solito a comportamenti sconvenienti, come, in questo caso, camminare carponi su suolo pubblico, devo essere stata scambiata dall'addetto alla sala lettura per un esemplare di fauna locale o per pezzo d'arredamento, probabilmente un pouf messo lì per la comodità dei lettori. Tale addetto, signor bibliotecario dei miei stivali, arrivato alla conclusione che la sala era vuota e dentro non c'era rimasto ma proprio  proprio nessuno,  semplicemente, mi ha chiusa dentro, proprio così, sotto chiave in biblioteca. Da sola. Oddio proprio sola sola no, migliaia e  migliaia di volumi infatti si contendevano la mia lettura. E io che mi pavoneggiavo libro libro delle mie brame ...
Da qui l'idea di condivedere questa esperienza e i suoi effetti collaterali. Preparatevi perciò a fare indigestione di libri.