domenica 10 febbraio 2013

IL FIGLIO _ Lois Lowry


Il figlio che uscirà fra pochissimi giorni è un romanzo di Lois Lowry, ed è il quarto capitolo della serie (all’inizio si considerava una trilogia) distopica, che ha avuto inizio con  The Giver seguito  da Gathering Blue  e da
 Il Messaggero che la Giunti ci ha riprosto, nel 2010, (dopo dieci dalla prima uscita in italia di Il mondo di Jonas edito dalla Mondatori nella collana SuperJunior ) all’interno di Y, il suo nuovo contenitore editoriale pensato per andare incontro ai gusti dei giovani lettori.


Prima di darvi qualche anticipazione su Il Figlio, vorrei raccontarvi di come è andato il mio primo incontro con la Lowry. Ero in libreria (Giunti al punto) e The Giver era praticamente esposto dovunque, l’ho afferrato ma subito riposto, non avevo apprezzato tanto la copertina, e neppure il titolo mi aveva colpito molto, il libro insomma mi  era sembrato che avesse un tocco  un po’ troppo new age e davvero, davvero, non avevo voglia di new age in quel momento. Volevo qualcosa che mi desse una piccola scossa. Se non a me, almeno ai miei ragazzi del laboratorio di lettura creativa. Così avevo lasciato perdere, e mi ero diretta verso lo scaffale thriller/horror. Avevo preso in mano, mi ricordo bene, LASCIAMI ENTRARE di Lindqvist, mi era andato a genio e stavo per girarmi ed andare alla cassa a pagare. All’improvviso una voce, anzi due voci dietro di me
 “prendiamo questo come libro di narrativa per la classe?” dice la voce uno
 “mah.. non so, negli Stati Uniti l’hanno censurato, dicono che parli di infanticidio. Non credo che sia opportuno per i ragazzi” risponde la voce due.
E vanno via.
Le voci parlavano di The Giver
Così vado leggermi la quarta di copertina.
Che le scuole americane avessero censurato un romanzo e che la Giunti lo avesse pubblicato per la Y, era già una cosa che mi intrigava, che le insegnanti di una piccolissima scuola di provincia lo censurassero dopo che aveva venduto milioni di copie e vinto la Newbery Medal era una cosa che davvero trovavo assurda.
 I ragazzi sono y young non i idiot !!!
 C’è ancora qualcuno che pensa sul serio che i giovani non debbano leggere, pensare, sapere? Scusate ma quando sento parlare di censura mi viene un brivido distopico sulla schiena, ve lo giuro. Così l’ho comprato ed è iniziata la mia avventura col quartetto delle Lowry. Perché possiate appassionarvi a Il figlio, dovete prima saper qualcosa dei primi tre volumi. Adesso ve li racconto per bene.

Cominciamo con The Giver.
Il protagonista è Jonas, Jonas ha dodici anni e vive in un mondo perfetto. Un mondo dove tutto è perfettamente funzionante, perché è stato accuratamente pianificato, fin nei minimi dettagli. Dove non ci sono problemi, non ci sono intoppi o incidenti di percorso. Tutti vivono in armonia, a tutti è concesso avere un’istruzione, un tetto sopra la testa, cibo, cure mediche. Niente guerra e fame nel mondo quindi, niente povertà, ingiustizie, carestie. Niente dolore e sofferenza, perché gli uomini sono “stati selezionati” uguali sia fisicamente che psicologicamente e le differenze, causa di incomprensioni e contrasti sono state abolite. Tutto è sicuro, ordinato, prestabilito. Ogni abitante non è che un numero, parte di un meccanismo spersonalizzante e perfetto. Ognuno con il suo posto, il suo ruolo, la sua funzione, grazie al modello governativo e alle sue  regole chiare, precise, regole ferree che non lasciano scelta, non lasciano spazio al libero pensiero, al libero sentire. Le passioni umane più forti, i picchi emotivi, gli impulsi sessuali e tutto quello che di intenso può farle scaturire è stato cancellato, abolito, messo alla gogna. Niente musica, risate, persino la brillantezza dei colori è troppo in questo mondo grigio dove anche il tempo è sempre uguale. Ad ogni modo si i nasce e si cresce nel pieno rispetto di queste regole. E a Jonas va bene così, perché questo è l’unico mondo che conosce, e poi non si  ha paura in questo mondo. Non ci si può sbagliare perché non ci sono scelte sbagliate in cui cadere. Altri scelgono per te. Ti scelgono una moglie o un marito, ti assegnano due figli, un maschio e una femmina. Hai tutto. Tutto ti viene concesso, a determinate condizioni, e ad una certa età. A dodici anni ad esempio ti viene assegnato il lavoro che dovrai svolgere per il resto della vita. Jonas ha proprio dodici anni, e il Consiglio degli anziani, nella cerimonia annuale di dicembre, la “Cerimonia dei dodici”  lo sceglie per affidargli un incarico importante, diventare un raccoglitore. L’anziano Giver (il donatore), gli avrebbe fatto dono delle Memorie dell’Umanità, da lui custodite fino a quel momento, cosicché potesse prendere il suo posto. Quando Jonas viene messo a conoscenza di tutti i ricordi che fino a quel momento gli erano stati negati, come erano stati negati a tutti, comprende quanto in realtà quel mondo che aveva creduto perfetto sia vuoto, freddo, insapore. Jonas infatti sperimenta per la prima volta emozioni e sensazioni proibite alla comunità, sperimenta la musica, i colori, l’amore, e comprende come anche dolore, rabbia e frustrazione hanno loro ragione d’esistere. Che è necessario rischiare  e se è il caso anche sbagliare se si vuole assaporare la pienezza del vivere. Capisce così che la sua Comunità, privata dei ricordi  è stata privata anche della sua umanità e trasformata in una massa uniforme senza motivazione, speranza, desiderio, facile da manovrare, un docile fantoccio facilmente manipolabile. La repressione dei sentimenti e certi compromessi per il quieto vivere non solo adesso gli sembrano inaccettabili, ma gli mettono i brividi. Sarà proprio  la scoperta del “congedo”,  l’orrendo segreto della comunità a fare cambiare Jonas per sempre.



In Gathering Blue-La Rivincita  troviamo uno scenario post-apocalittico, ipoteticamente segnato da guerre e devastazioni, che hanno messo la parola fine alla civiltà tecnologica per come la conosciamo, e costretto i sopravvissuti a ricominciare praticamente da capo, vivendo alla bell’e meglio in villaggi composti da agglomerati di capanne rudimentali.  Siamo tornati ai tempi delle barbarie più nere. Se la Comunità di The Giver infatti  era, almeno all'apparenza, fin  per troppo perfetta, tutta centrata verso il “bene” comune e priva di guerre e sofferenze, quella di Gathring Blue si manifesta sin da subito come brutale, regredita ad uno stadio di vita quasi primitiva, dove l’importante è sopravvivere, dove vige la legge del più forte, e non c’è spazio per i deboli, che vengono emarginati, disprezzati, considerati inutili. I bambini? Sono un fastidio, vengono tenuti nel recinto dei polli. Gli “imperfetti”? Se non sono in grado di badare a se stessi, di lavorare, sono un peso per tutti, vengono così allontanati dal villaggio, abbandonati nella Landa a farsi divorare dalle “Bestie” che vivono lì.  È questa la sorte che sarebbe spettata a Kira, nata con una malformazione che l’ha resa  zoppa, se non fosse stato per la tenacia salvifica di sua madre, lei che morta a causa di una grave malattia l’ha lasciata sola in balia dei soprusi delle donne del villaggio che appellandosi al “Consiglio dei guardiani” le portano via la terra che le appartiene. La sorte di Kira può dirsi quindi segnata dalla sua deformità, segnando quasi la sua condanna a morte. Ma inaspettatamente il Consiglio dei Guardiani, un gruppo di funzionari che governa il villaggio, le risparmia la vita, perché reputa che in lei possieda un dono “speciale”,  un talento. Le mani di Kira infatti sanno tessere ricami straordinari, una dote preziosa che deve essere coltivata. Kira viene quindi reclutata dal palazzo del consiglio, l’unico palazzo moderno di tutto il  villaggio,  per lavorare come ricamatrice. Nel villaggio infatti le tuniche sono tutte uguali, monocolore e prive di decori, a lei toccherà ricamare la tunica del cantore in occasione di una festività importante. Dovrà così specializzarsi nell’arte del ricamo per far fronte al suo compito, e imparare ad utilizzare nuove tecniche utilizzando i pigmenti naturali ottenuti dai fiori e da altre sostanze naturali, una tecnica antica, che oramai sanno usare in pochi. "Gathering blue" si riferisce proprio al blu, colore del cielo, che Kira non riesce a riprodurre, ma in realtà il colore blu simbolizza anche la speranza. Un sentimento che darà la forza a Kira di non scappare come aveva fatto Jonas e di restare in questo mondo in cui è stato faticoso entrare e ancora più faticoso comprendere, e che una fatica ancora enorme pretende da lei, che questo mondo lo vuole cambiare
sfoglia qualche pagina di Gathering Blue e guarda il booktrailer qua sotto



Ed eccoci arrivati a Il messaggero
Siamo nel 2073.
Dopo La Rovina, che ha distrutto l’umanità così come ce la ricordavamo, le nuove società sono in balia di “forme di governo spietate, punizioni atroci, inguaribile povertà o falso benessere”  

Ohhh finalmente questo romanzo lega a doppio filo le prime due storie. Perché è chiaro che le società di cui stiamo parlando sono proprio quelle di Kira e Jonas in entrambe infatti un solo destino incombe sui diversi, i deboli, gli ammalati, il "Congedo" o “La Landa”, in entrambi i casi, la morte.

Ma c’è un’eccezione. Proprio di questa eccezione si parla nel terzo romanzo, il villaggio di Matty, dove anche gli ultimi, non sani e i diversi, vivono. La società li accoglie, li considera parte del tutto, e vive fraternamente e in armonia con loro.  Ma la pace e la tranquillità sembrano anche qui troppo belle per essere vere….gli abitanti del villaggio stanno cambiando, e non in bene. Matty, aiutante del Veggente deve portare il messaggio del drammatico cambiamento al di là della fitta  Foresta che circonda il villaggio, e che solo lui è in grado di attraversare, ma questa è adesso in balia di un’oscura forza contro la quale Matty, per sopravvivere dovrà utilizzare il suo nuovo potere, un potere che nemmeno lui riesce a comprendere

guarda il booktrailer



E adesso possiamo tornare a Son-il figlio.
Ce lo presentano così:
I personaggi e i tre mondi che abbiamo imparato a conoscere e che ci hanno emozionato con The Giver, La Rivincita e Il messaggero finalmente trovano un comune epilogo. Il libro si apre nella stessa comunità di The Giver, ordinata e perfettamente regolata nei ritmi e nei ruoli. Claire, infatti, è stata destinata nella cerimonia dei Dodici a fare la Partoriente e seguendo il programma dà luce al primo figlio. Purtroppo però qualcosa va storto, il parto ha delle complicazioni e Claire deve essere ricollocata in quanto non adatta al ruolo. Si trova quindi a lavorare al Centro Ittico e a sentirsi diversa dagli altri – saranno forse le pillole che si sono scordati di darle? Sente una mancanza, continua a pensare al Prodotto che ha dato alla luce… a quanto pare è sopravvissuto ed è un maschietto. Trovare una scusa per andare al Centro di Puericultura a vederlo non è tanto difficile. Ma secondo le dure leggi della Comunità, questo Prodotto deve essere eliminato perché difettoso

Che dirvi di questa serie?
Ogni volume ha una storia che tratta temi interessantissimi  e pungenti. Temi che, a differenza di quanto pensavano quelle due insegnati in libreria, i giovani farebbero benissimo a conoscere e a rifletterci sopra. Emotivamente tutte e tre le avventure ti coinvolgono, e la lettura scorre via facilmente. Non si è fatto che parlare dei riferimenti a Orwell, riferimenti che trovo giustissimi per la tematica distopica, e improbabili per quanto riguarda lo stile, e la struttura della narrazione che in Orwell trovo siano più complessi e forse più difficili da approcciare per  i giovanissimi. Fra i tre volumi della serie io ho preferito gli altri  Gathering Blue, ma sono solo i miei gusti. Adesso non resta che aspettare qualche giorno per leggere il seguito.

Se invece avete già letto questi libri e vi sono piaciuti vi consiglio caldamente due letture che penso potrebbero intrigarvi. Vi mostro solo le copertine, e non vi dico altro se non che i mondi distopici nei quali sono mondo che avete imparato a capire nei libri della Lowry, solo che qui gli esiti sono diversi. I libri sono Bambini nel bosco di Beatrice Masini e La neve se ne frega di Luciano Ligabue.





Se  avete letto i titoli presenti in questo post (tutti o in parte) fatemi sapere che ne pensate. Intanto se vi piace il genere vi consiglio di guardare il film Equilibrium, ecco la locandina


Buona lettura e buona visione a tutti!

4 commenti:

  1. Anche a me le copertine di questa saga non hanno fatto impazzire, so benissimo che un libro non si giudica dall'aspetto ma in qualche modo incide. Altri mi sembravano più appetitosi e così non ho mai letto niente della Lowry.
    Ho letto Bambini nel bosco, e mi è piaciuto un sacco, adesso però mi hai fatto venire voglia di leggere The Giver. Mi sembra una bella storia. Ma quando esce il figlio? E' già in libreria?

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    1. Il Figlio dovrebbe essere sugli scaffali il tredici febbraio,sono contenta di averti fatto venire voglia di leggerlo.
      Buona lettura

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  2. Ho già dato un'occhiata alle prime pagine di the Giver che ci hai gentilmente fornito su questo blog e adesso non vedo l'ora di immergermi in queste letture, TUTTE QUANTE!
    grazie per le tue bellissime recensioni, continuerò a seguirti con molto entusiasmo.

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    1. Grazie, sono felice che il mio piccolo blog possa diventare un'occasione per condividere l'amore per la lettura.

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